Recensione di un repeater UMTS con rete 3: zBoost-ONE 3G Signal Booster

Recensione di un repeater UMTS con rete 3: zBoost-ONE 3G Signal Booster

Per gentile concessione dell’amico Andrea Trapani (La Voce impertinente delle TLC) in questi giorni ho avuto la possibilità di avere tra le mani lo “zBoost-ONE 3G Signal Booster“, ovvero un dispositivo con la funzione di ricevere e ritrasmettere, amplificandolo, il segnale 3G/UMTS (2100MHz) di un qualsiasi gestore di telefonia mobile che supporti questo standard.

 

Ecco come si presenta la scatola del prodotto

Avevo sentito da tempo parlare di prodotti del genere ma non avevo mai avuto la possibilità di testarli con mano. Anzi, sono sempre stato abbastanza scettico sulle loro effettive funzionalità. Quando Andrea mi ha offerto una prova gratuita, non ho potuto certo tener a freno la mia curiosità tecnologica-ingegneristica 😛

Ma ora bando alle ciance e via con il test!

Le Caratteristiche

Ecco quello che leggiamo sulla scatola:

  • Incrementa la copertura del segnale indoor fino a 130 mq o 1-2 stanze
  • Unico pezzo, senza antenne esterne
  • Supporta fino a 4 utenti in contemporanea
  • Compatibile con telefoni, smartphone e card/chiavette dati che utilizzano lo standard UMTS/2100Mhz
  • Facile da installare
  • Estende la durata della batteria del telefono (consuma meno energia quando il segnale è maggiore)
  • Non disturba la rete dell’operatore grazie a tecnologie brevettate

 

Specifiche tecniche

Il modello specifico in questione è lo YX400-U, adatto alle reti europee.

All’interno della scatola è presente solo il dispositivo (pezzo unico) e l’alimentatore di rete (comprensivo di vari adattatori).

Set-Up

La configurazione iniziale è semplicissima: basta posizionare il dispositivo in una zona in cui è presente il segnale che vogliamo amplificare (in questo caso la rete di 3 Italia) e far partire una chiamata voce/dati dal proprio smartphone (sotto copertura di rete, ovviamente).
Contemporaneamente basta premere l’unico tasto presente sulla parte anteriore ed il led rosso lampeggiante sarà sostituito con le barre verdi illuminate (proporzionalmente al segnale ricevuto dal dispositivo) e dalla cornetta  verde accesa (se in quel momento si sta effettuando la chiamata sfruttando il dispositivo stesso). D’ora in poi la stazione sarà agganciata a quella rete e non dovremo più preoccuparci del settaggio, nemmeno se togliamo l’alimentazione.

 

Sarà vero? Andiamo a provare !

Il Test

Per eseguire il mio test ho prima settato il dispositivo come specificato e poi l’ho spostato in varie zone della casa.

Premetto che casa mia ha una situazione abbastanza critica per quanto riguarda la ricezione del segnale 3G di 3Italia: se davanti alla finestra del balcone principale ho 2-3 “tacche-iphone” (nuova unità di misura coniata per l’occasione :D), il segnale diminuisce drasticamente andando dall’altra parte dell’abitazione, fino ad avere una “tacca” scarsa in camera mia. Chi ha un iPhone (e simili) sa bene che questa è la situazione peggiore, in quando lo smartphone è costretto a “switchare” continuamente tra 2G e 3G, consumando tra l’altro molta batteria (infatti di solito sono costretto a bloccarlo in modalità 2G/GSM).

Per avere un risultato un po’ più veritiero di quello approssimativo delle “tacche-iphone” ho deciso di utilizzare una modalità segreta

dell’iphone che forse in pochi conoscono.
Si chiama “Field Test Mode” e si ottiene digitando sulla tastiera la seguente sequenza: *3001#12345#*, seguito dal tasto verde di chiamata.
Apparirà un menù simile a quello qui a lato.

Al di là dei (tantissimi) parametri di rete presenti nei sottomenu, il valore che adesso ci interessa è quello in alto a sinistra: al posto delle consuete “tacche” leggerete infatti il valore del segnale ricevuto in decibel.

In questo modo ho verificato che sulla mia scrivania ricevevo normalmente il segnale con un valore di -103 dB (corrispondenti solitamente ad 1 tacca sull’iPhone). Questo sarà il valore di riferimento.

Come primo test ho acceso il booster e l’ho posizionato nella stessa stanza a 2 metri dal telefono. Il dispositivo ha mostrato 4 barre verdi su 6 disponibili (quindi un buon segnale).

Nel mio smartphone (tenuto fermo nella stessa posizione iniziale) il valore di segnale è schizzato a -87 dB, corrispondenti a 3 “tacche”, dunque con un incremento di +16 dB. Quanto basta per non aver alcun problema nel ricevere ed effettuare chiamate.
Anche uno speedtest ha confermato il buon risultato sul trasferimento dati: sono passato da un 0.41 Mbps in download a 0.88 Mbps dopo aver acceso il booster.

Questa è sicuramente la situazione migliore in cui può essere usato il booster e sotto queste condizioni i risultati sono abbastanza soddisfacenti.

Per peggiorare un po’ le condizioni di utilizzo ho spostato il booster (sempre tenendo l’iPhone nel solito posto) fino a 5 metri di distanza, in una stanza diversa, chiudendo le due porte (di legno) che si interponevano.

In queste condizioni ho avuto un segnale di -98 dB (2/3 “tacche-iPhone”)

Portandolo infine a 11 metri ho registrato un segnale di -97 dB. Dunque, sempre accettabile.

Sono andato dunque al caso limite: nelle specifiche sulla scatola è riportato il funzionamento garantito per 13 metri dall’unità.
Ho dunque piazzato il booster davanti alla finestra (sempre con 4 barre su 6 accese) ed ho registrato il segnale ricevuto in una stanza al lato opposto dell’appartamento (circa 15 metri, con 2 tramezzi in mezzo).
Qui, dove prima avevo un segnale 3G debolissimo (circa -112 dB, con switch costanti su GSM), ho verificato che l‘incremento di segnale era pressoché assente: forse un paio di dB, sicuramente non sufficienti ad aumentare la qualità della ricezione in modo sostanziale.

Ho riscontrato lo stesso (scarso) risultato posizionando il booster in una parte della stanza in cui il segnale era basso (2 barre su 6). Anche avendo lo smartphone nella stessa stanza in questo caso non si registrava alcun incremento significativo.

Conclusioni del test

Tirando le somme del test effettuato posso dire che:

  • Il dispositivo si comporta bene se viene posizionato in un punto in cui è presente abbastanza segnale (per esempio davanti ad una finestra) in modo che le barre verdi accese siano almeno 3 o 4.
  • Il raggio di azione è limitato all’interno della stessa stanza, o comunque entro 10 metri.
  • Per segnali troppo bassi e distanze maggiori di 10 metri purtroppo questo booster non fa miracoli e diventa del tutto ininfluente

Considerando che il suo costo si aggira intorno al centinaio di euro direi che potrebbe essere una soluzione soprattutto per uffici o piccoli appartamenti che hanno assoluta necessità di copertura umts voce o dati.
Altrimenti sarà il caso di attendere soluzioni più efficienti, come ad esempio le nuove femtocelle che i gestori stanno iniziando (finalmente) a proporre anche in Italia.

Finito? Non ancora! 😀

Uno sguardo all’interno

Da buon Ingegnere delle Telecomunicazioni, potevo forse resistere alla tentazione di aprire l’involucro del dispositivo per vedere come era fatto dentro? Ovviamente no! (scusa Andrea, prometto che dopo l’ho perfino rimontato alla perfezione! 😛 ).
Vi lascio ad una galleria con didascalie esplicative:

 

Svitando le 4 vite poste sotto i piedini di gomma si accede facilmente alla parte interna. Come si vede lo spazio maggiore è occupato dalle due antenne (una RX e una TX) e dal grande piano di massa che le separa.
Questa è l’antenna posteriore, quella che riceve il segnale da amplificare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E questa è l’antenna anteriore, quella che ritrasmette il segnale amplificato
Visione dall’alto: notiamo che ogni antenna è costituita da due piani metallici paralleli. Il grande piano centrale è collegato a terra e serve per isolare le due antenne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vista laterale sulle antenne.
Ancora un particolare sulla doppia antenna ottagonale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Particolare sulla scheda logica: si nota l’attaccatura del piano grande “a massa”, separato dall’antenna piccola.
Particolare in cui si nota la presenza di una porta Mini USB (credo). Serve probabilmente per accedere alla configurazione interna del software.